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06/09/2022

Terreni agricoli, l’alternativa l’alternativa green per portafogli immobiliari

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Nel periodo in cui la campagna elettorale catalizza l’interesse nazionale, anche la campagna – quella vera – non sembra essere da meno. Cresce infatti la domanda di terreni agricoli e il mercato degli stessi sembra essere molto dinamico.
Ne abbiamo parlato con Fabio Tozzato, titolare della AGRI Real Estate, agenzia accreditata alla Borsa Immobiliare di Roma, che si occupa esclusivamente di mediazione per la compravendita di terreni agricoli.

Signor Tozzato, la vostra agenzia si occupa esclusivamente della compravendita di terreni agricoli: qual è il trend rispetto alla richiesta nel Lazio?

Il trend della compravendita di terreni agricoli segna sicuramente un punto positivo: la domanda è in costante aumento e il mercato è in continua evoluzione anche alla luce dei nuovi asset di finanziamento rivolti alle impese agricole. C'è però da fare una differenziazione: nel territorio dell’Agro Pontino, ad esempio, l’interesse per i terreni agricoli si riscontra più da parte di imprenditori che vogliono investire in attività legate alla produzione agricola di frutta e ortaggi, notiamo un forte incremento della domanda per i vigneti, oltre che il rinnovato interesse per gli impianti di kiwi, che continuano ad avere la maggiore movimentazione nelle compravendite. Inoltre va sottolineato uno sviluppo anche per le attività legate alla floricultura e di conseguenza la ricerca di proprietà con impianti sericoli già esistenti. Per quanto riguardo l'Agro Romano invece, la richiesta di terreni agricoli è finalizzata in particolare alla costituzione di agriturismo e B&B rurali, oltre alle attività di servizi, come ad esempio la creazione di maneggi e/o attività di ippoterapia. Non a caso in zona, la domanda di terreni agricoli è sempre subordinata alla presenza sul fondo di manufatti e casali l'Agro Romano in questo caso risponde a pieno alle esigenze del mercato, considerato che gli appezzamenti che circondano la Capitale sono molto più estesi rispetto ad altre aree ed è quindi più facile che ricomprendano anche dei fabbricati.

 Da questa analisi possiamo dedurre che i valori di mercato dei terreni siano aumentati?

Non esattamente: a differenza di quanto avvenuto per il mercato delle abitazioni, quello dei terreni ha tenuto gli stessi valori nel momento di maggiore crisi e continua a mentenersi stabile, anche se per alcune tipologie di colture i valori sono aumentati. Ad esempio, i prezzi dei terreni incolti non hanno mai subito flessioni, mentre per i terreni già produttivi sono aumentate le quotazioni. È un trend che continuerà a crescere, anche in considerazione degli ultimi sviluppi sullo scenario internazionale, con il nostro Paese che dovrà ricominciare a coltivare prodotti che negli ultimi anni trovava più conveniente importare. 

A proposito di prodotti, qual è la tipologia più ambita?

Sicuramente gli impianti di kiwi, soprattutto nella zona di Latina. Il particolare microclima che si trova nella zona nord dell'Agro Pontino, rende il kiwi locale un prodotto unico sia sul mercato nazionale ma soprattutto su quello estero. Per queste ragioni investire in questa tipologia di impianto garantisce un ritorno economico altamente remunerativo. Nella zona dell’Agro Romano, invece, i vigneti sono più richiesti in virtù delle zone classificate D.O.C. e D.O.C.G.; nella zona nord dell’Agro Romano, si sviluppa invece la produzione di granella, mandorle e asparagi.

 Può darci un’idea dei valori nelle diverse zone della regione?

Per un vigneto nella zona dei Castelli Romani mediamente la richiesta è di 120.000,00 euro per un ettaro, mentre per un uliveto i valori variano dai 10.000,00 ai 50.000,00 euro per ettaro a seconda della zona. Nell’Agro Pontino per un ettaro di terreno seminativo irriguo si possono spendere anche 50mila euro, mentre nella zona di Sabaudia (e in genere nel sud del Lazio) si arriva anche a 80/90mila euro a ettaro.

Per quanto riguarda i seminativi, il Viterbese si attesta tra i 19.000,00 e i 23.000,00 euro per ettaro, valori che raddoppiano per terreni con impianti produttivi già esistenti.

Frosinone, nonostante abbia un territorio prettamente collinare, ha dei valori molto vicini alla provincia Pontina.